Ad oggi, la trippa è uno degli alimenti più noti della tradizione culinaria romanesca, in cui la ricetta tradizionale la vede accompagnata con un sugo di passata di pomodoro, mentuccia fresca e pecorino romano. Ancora oggi, inoltre, è possibile trovarla nelle trattorie come piatto tradizionale del pranzo del sabato.
La ricetta trippa alla romana, insieme alle altre frattaglie come la coratella, la pajata e la coda, fa parte del cosiddetto quinto quarto del bovino, ovvero la parte meno pregiata dell’animale, quella parte che in antichità restava alle famiglie povere.
Tempo totale: 3 ore
Costo: basso
Complessità: bassa
1,5 kg trippa: cordone, millefoglie, cuffia (meglio scura, più saporita)
1 cipolla
1 spicchio d’aglio
1 gambo di sedano
2 carote
150 grammi prosciutto o guanciale tagliato a dadini
1 bicchiere di vino bianco
5 foglie di lauro
400 grammi polpa di pomodoro
1 mazzetto di menta romana
150 grammi pecorino romano
Sale e peperoncino quanto basta
Burro quanto basta
Lava la trippa con acqua e aceto, asciugandola bene. Tagliala a listelli. In una casseruola fai dorare con il burro, un trito di carota, sedano, prosciutto o guanciale e peperoncino per 5 minuti. Aggiungi la trippa e lascia cuocere a fuoco lento per circa 2 ore. Togli l’aglio e aggiungi il vino per sfumare. Una volta evaporato, aggiungi il pomodoro e lascia cuocere ancora per circa mezz’ora. Togli dal fuoco e condisci con un trito di menta romana e una manciata di pecorino. Servi la trippa ben calda.
Proprio per il sapore delicato che la contraddistingue, la trippa deve essere preparata con cura e insaporita con ingredienti che ne esaltino il sapore. A Roma è parte integrante della cucina tradizionale romanesca, dove anticamente veniva mangiata il sabato a pranzo. Per lungo periodo ha costituito uno dei principali alimenti delle classi più povere, che trovavano nella trippa una fonte di proteine a basso costo, trattandosi appunto di interiora.
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