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La Corte dei Conti ha lanciato un allarme sui fondi del Pnrr, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza varato dall’Unione Europea. Si tratta della Missione numero due del piano europeo che si intitola “rivoluzione verde e transizione ecologica” e comprende l’ambizioso progetto di piantare sei milioni e 600 mila alberi nelle varie città metropolitane d’Italia, tra cui Roma Capitale. Tuttavia, come evidenziato dalla Corte, sono state riscontrate una serie di criticità e di dubbi che potrebbero compromettere il raggiungimento degli obiettivi del Pnrr entro le scadenze prefissate. La questione è dunque molto seria e necessita di un intervento urgente.

 

Gli alberi da piantare a Roma e il progetto “forestazione urbana”

Secondo il progetto definito dal Pnrr con il nome “forestazione urbana” a Roma dovranno essere piantati, entro giugno 2024, ben 320 mila alberi. Il punto è che gli esemplari acquistati stanno crescendo nei vivai e proprio qui sorge il problema. Secondo la Corte dei Conti, infatti, poiché la semina di questi nuovi alberi è avvenuta in un luogo protetto e chiuso come quello di un vivaio, il processo di forestazione non si può definire “urbana” e dunque non può essere valutato in maniera positiva per verificare il raggiungimento degli obiettivi previsti dal piano europeo. La gravità della situazione risiede nel fatto che il non raggiungere gli obiettivi implica uno stop immediato all’arrivo dei fondi da parte dell’Unione Europea. 

Piante o semi? Il dilemma linguistico del Pnrr

Un’altra criticità, che viene specificata nella delibera della Corte dei Conti, è anche la questione di semi e piante. È emerso infatti che in molte città metropolitane sono stati piantati nei vivai dei semplici semi, invece di collocare piante già cresciute nei luoghi prescelti dal progetto “forestazione urbana”. Il fraintendimento sarebbe linguistico e deriverebbe dall’interpretazione della parola inglese “planting”, che può essere interpretata sia con il significato di pianta sia con quello di semina. Secondo il Ministero dell’Ambiente, guidato dal ministro Gilberto Pichetto Fratin, per rispettare le regole europee del Pnrr è sufficiente aver completato la semina nei vivai nei tempi prestabiliti, per poi spostare, qualche mese dopo, tutte le piante nei luoghi designati. 

La necessità di un chiarimento dalla Commissione Europea

Ciò che è sicuro in questa vicenda non chiarissima è che la Corte dei Conti ha raccomandato al Ministero dell’Ambiente di chiedere chiarimenti alla Commissione Europea. L’istituzione presieduta da Ursula von der Leyen, che ha stilato il Pnrr – PIano Nazionale di Ripresa e Resilienza nel 2020 per rispondere alla crisi pandemica che ha colpito i Paesi europei, dovrà fornire dei chiarimenti sulla questione piante e semi e, soprattutto, dovrà specificare se la suddetta semina può avvenire nei vivai o in altri luoghi designati. In caso di bocciatura del progetto il rischio sarebbe quello di arrivare a perdere gli oltre 84 milioni già ottenuti dalle città metropolitana protagoniste del piano di “forestazione urbana”, tra cui Roma Capitale. E questo sarebbe uno scenario che non possiamo assolutamente permetterci, data l’importanza dei fondi europei e dei progetti che ne derivano. Il piano costituisce un’opportunità unica per la città di Roma e per l’Italia intera.

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