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rete pesca a strascico

 

La pesca a strascico è a rischio e potrebbe essere eliminata in breve tempo. È quanto prevede un documento, presentato lo scorso febbraio e ora al vaglio della Commissione Europea, per eliminare questa pratica di pesca in tutte le aree marine protette entro il 2030. Le polemiche e le discussioni riguardo al documento, noto come Marine Action Plan, non sono mancate. Da una parte ci sono i pescatori che denunciano il forte impatto che questa misura avrebbe sull’economia italiana. Dall’altra, invece, ci sono le organizzazioni ambientaliste, che da tempo chiedono un intervento dell’Europa in materia, per tutelare la flora e la fauna marina. Tuttavia è ancora tutto da decidere: ci sarà un primo incontro informale tra i ministri della pesca e dell’agricoltura il prossimo 11 giugno e poi si svolgerà un Consiglio Europeo a Lussemburgo alla fine del mese.

Le proteste dei pescatori sul divieto di pesca a strascico

I pescatori hanno subito fatto sentire il loro disappunto, facendo risuonare le sirene delle imbarcazioni lunghe le coste italiane ed europee. Come denunciano i pescatori, l’eliminazione graduale della pesca a strascico causerebbe la scomparsa di quasi tremila pescherecci, colpendo duramente l’economia, i consumi e l’occupazione. Secondo le stime si metterebbe a repentaglio il 50% dell’economia ittica italiana. Senza contare che un calo della produzione renderebbe necessario un aumento delle importazioni dai paesi non comunitari, per i quali non si andrebbero ad applicare queste regole. A raccogliere e a condividere le preoccupazioni dei pescatori è stato anche il ministro dell’Agricoltura e della Pesca italiano Francesco Lollobrigida, che ha definito “preoccupante” il piano della Commissione Europea.

 

La risposta dell’Europa alle preoccupazioni dei pescatori

 

nave pescatori

Di fronte alle proteste dei pescatori è intervenuto il Commissario Europeo all’Ambiente Virginijus Sinkevicius, chiarendo che l’Europa non ha intenzione di introdurre un divieto totale per la pesca a strascico. Tuttavia, ha specificato, è necessario tutelare quelle aree marine protette che potrebbero subire pratiche di pesca dannose. Il Commissario si è poi detto fiducioso sulla possibilità di trovare un punto di incontro comune e consenso da parte di tutti i paesi europei. L’intervento di Sinkevicius sembra dunque essere un passo indietro rispetto a quanto inizialmente annunciato, ma secondo le associazioni di categoria queste rassicurazioni non sono sufficienti e si rende dunque necessario modificare al più presto il piano sulla pesca.

Il commento degli attivisti e la pericolosità della pesca a strascico

Sul dibattito che riguarda la pesca a strascico sono intervenuti anche gli attivisti e le numerose associazioni ambientaliste che si battono per la tutela dell’ecosistema marino. Secondo le associazioni il pacchetto di misure proposto dall’Europa è poco ambizioso, ma si muove nella giusta direzione. In particolare il WWF ha sottolineato l’elevato rischio che la pesca a strascico costituisce per alcune specie animali, tra cui le razze e gli squali, che si sono ridotti del 71% negli ultimi cinquanta anni. Altro aspetto da tutelare è quello della flora e dei fondali marini che vengono devastati da questa tipologia di pesca.

Il rischio di una tavola povera per gli italiani

Se il nuovo pacchetto contro la pesca a strascico venisse approvato, le tavole degli italiani sarebbero senza dubbio più povere. Infatti questa pratica consente la pesca di prodotti quali i gamberi, le triglie, gli scampi e i naselli. Saremmo dunque costretti a dire addio a piatti come la frittura di paranza. Una misura che colpirebbe anche alcuni prodotti tipici del Lazio e di Roma, come le famose alici sotto sale del golfo di Gaeta. Ma soprattutto si andrebbero a colpire le tante attività del commercio romano che ogni giorno propongono prodotti di prima qualità e a chilometro zero. Tra questi vogliamo ricordare il nostro socio Gerardo Teta, che da oltre trent’anni gestisce la famosa pescheria Sapore di Mare al Mercato Esquilino di Roma. Come Associazione Botteghe Romane ci opponiamo a ogni tipo di misura che va a colpire le attività locali, le quali dovrebbero essere maggiormente tutelate dalle amministrazioni locali e nazionali.

 

 

 

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