
La menta è una delle più note piante sacre romane. La sua storia e le sue applicazioni ancora oggi destano curiosità e ammirazione. Ne esistono molti tipi e tutti sono parte della stessa famiglia delle Lamiaceae/Labiatae: tra i tipi più conosciuti, ci sono la menta romana, la menta piperita e la menta mentuccia. La fioritura si verifica nel periodo tra giugno e settembre e l’altezza massima della pianta è di sessanta centimetri. La menta romana (mentha pulegium) è detta anche menta spicata; si tratta di una pianta perenne, con foglie verde scuro e infiorescenze color lilla. Richiede un terreno umido e deve essere innaffiata frequentemente; cresce spontaneamente sulle rive dei corsi d’acqua.
Menta e mito, alle origini di un tradimento
Dal latino mentha, già il nome riporta alla mente il mito greco della ninfa – figlia del dio dei fiumi Cocito – che ebbe una storia clandestina con Ade il dio degli inferi. La versione del mito narrata da Ovidio nelle “Metamorfosi”, vuole che la moglie Persefone li scoprì e, colta dalla furia della gelosia, smembrò la ragazza, che fu poi trasformata da Ade nella piantina che conosciamo oggi, ma condannata da Demetra alla sterilità. L’incantesimo non poté essere annullato da Ade, ma solo modificato: egli diede alla mentha la sua profumazione aromatica caratteristica che la rende ancora oggi una delle più apprezzata fuori e dentro la cucina. Ade fece in modo che la sua bellezza, se non esteriore, potesse risiedere nel suo particolare e inconfondibile aroma. La menta infatti fiorisce ma non produce frutti.
Menta, utilizzi nell’antica Roma
La menta è stata una pianta molto usata dai popoli antichi. I greci la utilizzavano in particolare nei riti funebri, dettaglio questo che rimanda anche un po’ alla mente la sua storia mitologica, sempre legata al dio Ade. Insieme al rosmarino, si pensava potesse coprire l’odore del corpo dei defunti. In modo simile, nelle operazioni di mummificazione, la avevano usata anche gli antiche egizi.
La menta, per eccellenza, è una pianta sacra dell’antica Roma. I nostri antenati italici la usavano per l’igiene e la pulizia del corpo e del cavo orale. Ne sfruttavano le stesse proprietà rinfrescanti e detergenti, che sono arrivate fino ai giorni nostri. Era però considerata un tranquillante, quindi da usare con moderazione per evitare la perdita della forza soprattutto in battaglia. Secondo Seneca infatti i soldati non dovevano mangiarla.
La menta in cucina, qualche idea
La menta in cucina è un’erba versatile, capace di donare alle pietanze un aroma senza pari. Un po’ in tutte le parti d’Italia è utilizzata per la preparazione di intingoli. Nei dolci è molto usata nell’abbinamento menta e cioccolato.
Nella cucina romana la menta è essenziale per la preparazione dei carciofi alla romana. Ecco la ricetta. Mondare i carciofi dalle foglie più esterne e più dure; tagliare la punta del resto. Parte del gambo si può mantenere. Condire i fiori con il trito di aglio, prezzemolo e menta; sale e pepe quanto basta; usare olio extra vergine di oliva. Mettere i carciofi a testa in giù in un tegame dai bordi alti, tenendoli stretti tra loro, e cuocere a fuoco lento a tegame coperto fin quando i carciofi non diventano morbidi e gustosi. Ogni tanto aggiungere un cucchiaio di acqua.
I carciofi alla romana possono essere usati sia come contorno, che come secondo piatto, a seconda della quantità scelta per la preparazione.
La menta può essere usata anche per insaporire la carne di agnello nella ricetta del famoso abbacchio alla romana. Va detto però che la prima scelta aromatica ricade su un trito di aglio, rosmarino e filetti di acciughe sotto sale.