
Da qualche mese stiamo assistendo ad un preoccupante innalzamento dei prezzi delle materie prime che si è abbattuto su famiglie e imprese, determinando il principio di una grave crisi che sta prendendo la forma di una vera e propria emergenza economica nazionale. L’innalzamento dei prezzi delle materie prime è stato causato dall’aumento dei costi dell’energia e da una discrepanza tra domanda e offerta. Come un fisiologico effetto domino, all’innalzamento dei prezzi delle materie prime e al rincaro delle bollette, le imprese stanno reagendo alzando i prezzi dei prodotti e/o servizi che offrono, scaricando quindi questi rincari sul consumatore finale.
Le Cause
L’innalzamento dei costi delle materie prime è stato provocato da vari fattori che, legati tra di loro, stanno determinando un vero e proprio stallo. Una delle cause principali è da attribuire al ferreo lockdown del 2020, istituito per far fronte alla diffusione del Covid-19. Infatti, con l’avvenuto blocco globale delle attività, la domanda ha mantenuto il suo trend, a differenza degli stock in progressiva diminuzione. Successivamente, con l’allentamento delle misure di restrizione e la ripresa delle attività, la domanda globale ha registrato un aumento senza precedenti. Questa, scontrandosi con una scarsa offerta delle materie prime, ha determinato l’innalzamento dei relativi prezzi.
Il lockdown del 2020 ha esaurito anche gli stock di gas e luce, determinando i discussi rincari delle bollette. L’aumento dei costi dell’energia ha provocato a cascata un aumento dei costi di produzione e dei conseguenti trasporti. In modo consequenziale, questi rincari hanno coinvolto e travolto ogni attore della filiera commerciale, dalle imprese fornitrici a quelle di distribuzione, fino al consumatore finale, provocando un sostanzioso innalzamento del costo della vita ed impoverimento delle classi meno abbienti.
Le Cifre
L’innalzamento delle materie prime e il caro-bollette sta provocando preoccupanti effetti sui prezzi al pubblico. Ad esempio, a causa dell’aumento dei costi dell’energia e della carta, sono aumentati i prezzi dei quotidiani e delle riviste. Risale a pochi giorni fa la denuncia del Codacons circa l’aumento di uno dei quotidiani più venduti in Italia ovvero “La Repubblica”, il cui prezzo al pubblico è aumentato del 13,3%.
Purtroppo, i rincari dei prezzi dei prodotti distribuiti dal comparto editoriale rappresentano sola la punta dell’iceberg. Infatti, l’innalzamento delle materie prime assume i contorni di un’emergenza nel momento in cui è il prezzo degli alimenti base a subire un sostanzioso aumento. Una recente analisi di Coldiretti rivela che, negli ultimi mesi, i prezzi delle materie prime alimentari hanno toccato i massimi decennali, raggiungendo cifre record. In questo caso, a contribuire a questo mix letale di innalzamento dei prezzi, sono stati gli eventi meteorologici anomali dovuti al cambiamento climatico, che hanno determinato raccolti poveri rispetto alle aspettative dei coltivatori e produttori, insufficienti a garantire la soddisfazione della domanda. In particolare, i prezzi dei cereali sono cresciuti del 27,3% su base annua, lo zucchero è aumentato del 54%, i grassi vegetali sono balzati del 60%, per non parlare del prezzo degli alimenti base della nostra dieta mediterranea, pasta e pane, che hanno subito un innalzamento rispettivamente del 30% e del 10% su base annua.
Gli aumenti dei prezzi al consumo hanno portato il tasso di inflazione vicino al 3,5%. Il minore potere d’acquisto dei consumatori finali e l’aumento delle pressioni sulle banche centrali erogatrici di moneta, sta portando a scenari per nulla rassicuranti in termini di diminuzione del benessere della popolazione che si trova costretta a tornare a livelli di sopravvivenza conosciuti in epoche di conflitti mondiali.

