L’emergenza pandemica ha cambiato totalmente la percezione ideale e concreta del suolo pubblico, il quale negli ultimi tempi ha riacquistato vigore nelle richieste fatte dai nostri Soci oltre che importanza nella vita della cittadinanza.
In modo particolare i nostri commercianti da molto tempo chiedono una revisione dei PMO, i quali risultano essere gli stessi da oltre 10 anni nonostante la sua regolamentazione ha aggravato i problemi che doveva invece risolvere. Uno dei motivi di questa inefficacia è dato dal modo in cui i i PMO sono stati tradizionalmente posti in essere, ovvero senza ascoltare e comprendere chi il suolo pubblico lo vive quotidianamente e tenta di valorizzarlo nell’ambito della vita urbana. Infatti, ciò che è sempre mancato nel processo decisionale dell’amministrazione è la voce dei commercianti. Ad oggi però questa richiesta assume un tono più urgente perchè è la stessa cittadinanza che nota le conseguenze pratiche e determinate dai PMO attualmente vigenti. Infatti, in relazione al profondo mutamento del nostro contesto socio-economico, la regolamentazione in atto non limita ma bensì dà spazio al degrado, una condanna per residenti ed esercenti.
Serve quindi in primis un nuovo modello di creazione dei PMO, in modo tale che il processo decisionale coinvolga vari attori portatori di interesse tra cui commercianti e esidenti. Per fare questo è necessario abbattere l’establishment, ovvero un muro di Berlino che divide il mondo dell’istituzione dal mondo del commercio. La nostra città ha bisogno di vedere negli occhi chi la amministra. Al tempo stesso, questi ultimi devono vedere i problemi che ci sono nel concreto, parlando e confrontandosi con chi concorre all’economia della nostra città, ma non solo. Perchè se la politica è una scatola chiusa non c’è possibilità di progresso, ma se la politica si apre al commercio e ai mercati si può dar vita ad una collaborazione proficua non solo per esercenti, ma anche per lavoratori e cittadini.
Infatti, come abbiamo proposto e attuato con la precedente amministrazione, anche con quella attuale vorremo dar vita a dei Tavoli di Confronto che fungano da canale diretto con i vari Assessori di riferimento. I commercianti non devono rimanere incastrati nelle maglie della burocrazia nel momento in cui cercano risposte. Questi Tavoli di Confronto devono avere una cadenza periodica perchè le necessità sorgono proprio col mutare dei caratteri della realtà, di cui ormai noi tutti siamo diventati esperti. Infatti, in una situazione in cui il numero delle ordinanze e i DPCM supera quello dei cittadini di Roma, è necessario avviare una comunicazione bidirezionale, ordinata e sistematica, che parta dal basso così da far luce sui problemi da risolvere.
Lavorare sulla revisione dei PMO con l’ascolto dei commercianti, utilizzando lo strumento del Tavolo di confronto, può essere un metodo efficace che permetterà di formulare soluzioni adeguate alle necessità. Ad esempio, questo si scoprirebbe un ottimo modo per unire l’ecologia al tema dei dehor unita a quella dei Salotti di Roma (con Salotti di Roma creare collegamento ipertestuale con articolo di riferimento). Inoltre, il Tavolo di Confronto, permetterebbe anche di fornire le giuste indicazioni alla macchina politica in termini di ottimizzazione e valorizzazione del suolo pubblico. È necessario quindi ritornare ad ascoltare il commercio di Roma che è l’anima della nostra città, la vive e la rende viva. Bisogna passare immediatamente dalle idee alle esecuzioni perchè a volte temporeggiare può portare a conseguenze irreversibili.
Tutti noi possiamo dare un contributo all’economia del nostro Paese incoraggiando e sostenendo l’attività dei nostri produttori locali, ma non solo. Comprare prodotti locali vuol dire anche concorrere al riduzione delle emissioni causate dai lunghi trasporti, agendo attivamente per la salute ambientale. Un piccolo gesto che potrebbe oltretutto farci scoprire nuove realtà locali che danno alla luce prodotti originali e innovatici, proprio come ci ha suggerito Paolo Trimani.