
Forse non tutti sanno che il Teatro Marcello, uno dei monumenti principali di Roma, è l’unico teatro antico che è ancora possibile ammirare nella Capitale. Situato a due passi dal quartiere ebraico di Roma, questo celebre luogo è una meta obbligata per chi vuole fare una passeggiata alla scoperta dell’antico ghetto ebraico di Roma e, con l’occasione, desidera assaporare le prelibatezze della cucina giudaico romanesca nelle tante trattorie romane presenti nella zona. Non c’è nulla di meglio che assaggiare la cucina tipica romana all’ombra di un teatro così importante e ricco di storia.
La nascita del Teatro Marcello prima del ghetto ebraico
La storia di questo luogo risale ai tempi di Giulio Cesare, che voleva costruire una struttura per emulare il già esistente Teatro di Pompeo. Tuttavia alla morte di Cesare erano state gettate solo le fondamenta e dunque l’opera venne ampliata e completata dall’imperatore Augusto tra il 13 e l’11 avanti Cristo. Il nome Teatro Marcello deriva dal fatto che Augusto volle dedicare il monumento al nipote Marcello, figlio della sorella Ottavia, morto prematuramente nel 23 avanti Cristo.
Il Teatro Marcello dal Medioevo a oggi
In epoca medievale il Teatro Marcello si trasformò pian piano in un castello fortificato, di proprietà della famiglia Faffo. Nel XIV secolo passò alla famiglia Pierleoni e, nel secolo successivo, alla famiglia dei Savelli che fecero edificare da Baldassarre Peruzzi il palazzo che possiamo ancora oggi ammirare sopra le arcate della facciata del teatro.
Nel XVIII secolo la proprietà passò agli Orsini, ma la vera svolta per il Teatro Marcello avvenne nel Novecento. Con Mussolini, infatti, vennero eliminate le botteghe presenti nelle arcate superiori e si proseguì con lavori di restauro, per consolidare una parte delle arcate interne e parte della facciata. Le abitazioni presenti nelle arcate superiori sono state messe in vendita nel 2012. Nel corso degli anni molti personaggi famosi hanno abitato in questi appartamenti dall’immenso valore storico e culturale, come ad esempio l’attore Renato Salvatori e la moglie, anche lei attrice, Annie Girardot.
Caratteristiche architettoniche del monumento
Il Teatro Marcello costituisce uno dei più antichi edifici romani adibiti allo spettacolo giunti fino a noi, nel quale compaiono due tipi di ordini architettonici: dorico e ionico. L’esterno è composto da travertino con quarantuno arcate inquadrate da pilastri, mentre la parte esterna è realizzata in tufo. D’altronde i teatri romani, a differenza di quelli dell’antica Grecia che nascevano lungo pendii collinari, erano edificati in piano e dunque necessitavano di una struttura robusta che fosse in grado di sostenere le gradinate interne.
Il Teatro Marcello è costituito da tre parti essenziali: la cavea, ossia le gradinate, l’orchestra e la scena. Il popolo occupava la parte alta della cavea, mentre per i patrizi veniva riservata la parte bassa. Il teatro era molto capiente, infatti poteva ospitare circa 15mila spettatori fino a un massimo di 20mila, in condizioni di grande affollamento. Questo monumento è inoltre un importante esempio del periodo di transizione architettonica che va verso il classicismo della tarda età augustea. La sobrietà che presenta la struttura della facciata ne fece un modello di riferimento per ogni teatro e anfiteatro romano costruito successivamente.
I resti sotto il Teatro Marcello ai confini con il ghetto romano
In seguito agli scavi eseguiti nel Novecento sotto il portico del Teatro Marcello e sotto la tribuna della Chiesa di Santa Maria in Campitelli, sono stati rinvenuti alcuni muri attribuiti all’antico Tempio di Apollo. Questo tempio era famoso perché, in primavera, erano solite riunirsi le zitelle romane che, adornate con delle rose, si dirigevano verso il Tempio di Giunone all’Aventino, per pregare la Dea di far trovare loro un marito. Il ritrovamento di questi resti è spiegato dal fatto che, quando Augusto prese in mano il progetto lasciato da Giulio Cesare, ne decise anche l’ampiamento, comportando probabilmente l’occupazione della parte curva del Circo Flaminio e lo spostamento e la ricostruzione degli edifici sacri circostanti, come, appunto, l’antico Tempio di Apollo e il Tempio di Bellona.
Una visita al Teatro Marcello, passando per il quartiere ebraico di Roma
Come abbiamo anticipato il Teatro Marcello è strettamente legato al ghetto ebraico di Roma, in primis per la vicinanza. Infatti il teatro e il Portico di Ottavia sono due monumenti così vicini che quasi sembrerebbero legati tra di loro, mentre in realtà la loro storia è totalmente differente. Tutti gli eventi che, nei secoli, hanno coinvolto la comunità ebraica di Roma, si sono svolti all’ombra del Teatro Marcello.
D’altronde non è un caso che le numerose visite guidate organizzate dalle associazioni culturali, tendano a unire il prestigioso teatro con l’esplorazione del quartiere ebraico di Roma, per una visita indimenticabile alla scoperta di una zona molto importante della Capitale.
Come vi abbiamo raccontato nel quartiere ebraico di Roma è possibile ammirare splendidi monumenti, ma anche assaporare le delizie della cucina giudaico romanesca. Tra queste non possiamo non citare il celebre carciofo alla giudia o i piatti derivanti dall’utilizzo del quinto quarto, ossia le frattaglie e gli scarti degli animali, una tradizione molto radicata anche nella cucina tipica romana e che è possibile assaggiare nelle tante trattorie a Roma. Le animelle e il rognone sono solo degli esempi.
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