
La risposta a questo nuovo interesse è stata l’apertura del punto vendita di…Vino! al mercato Flaminio di via Guido Reni dove propone vino, biologico e non, birre artigianali e alcune specialità alimentari come miele e marmellate.
Pentita della scelta?
Assolutamente no. Quello del vino è un mondo affascinante che non ha nulla a che vedere con quello che mi sono lasciata alle spalle.
Cosa differenzia un vino biologico da tutto il resto?
È prodotto con uve provenienti da coltivazioni biologiche. Non prevede l’uso di prodotti chimici di sintesi e OGM o loro derivati. È un vino non trattato.
Sta cambiando l’abitudine dei consumatori in questo senso?
Prima c’era un po’ di diffidenza, quell’atteggiamento che accompagna sempre le nuove esperienze. C’è anche da dire che la qualità era più bassa ma ora è tutta un’altra storia e il consumo di vino biologico sta crescendo e sono sicura che il trend positivo continuerà nei prossimi anni.
Che ci dice del Frascati?
Sicuramente è tra i vini che vendo di più e devo dire che i prodotti della nostra Regione sono nettamente migliorati rispetto al passato, acquisendo riconoscimenti importanti. Prima si preferiva puntare sulla quantità del prodotto; adesso l’attenzione alla qualità è aumentata e si nota la differenza.
Com’è lavorare all’interno di un mercato?
La mia è stata una scelta dettata dalla novità dell’attività. Il mercato rionale è un luogo molto piacevole ma non è il classico spazio dove si va ad acquistare vino quindi sono un po’ penalizzata dalla chiusura nel primo pomeriggio. Ci sono molti punti vendita di frutta che arrivano prestissimo la mattina e il mercato è molto frequentato, lavorano tutti tantissimo. In futuro non mi dispiacerebbe aprire una bottega all’esterno, sempre in zona Flaminio: è un quartiere molto vivo e in crescita.
Se dovesse consigliare un vino per una cena romana a base di carne, quale sarebbe?
Un Cesanese del Piglio DOCG, quindi della zona del basso Lazio e magari un Frascati superiore biologico, due rossi molto interessanti.