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Le ragioni del caro energia

Il protrarsi del caro energia rischia di mettere in ginocchio nel giro di poco tempo l’intero mondo delle attività produttive. Commercianti e imprenditori di ogni parte d’Italia, infatti, già fragili per via dei due anni trascorsi nella lotta alla pandemia, ora temono l’arrivo del prossimo autunno. 

Proprio dallo scorso anno, con il rallentarsi delle misure di contenimento, negozi e imprese hanno dovuto fare i conti con l’impennata della domanda di energia. La corsa all’acquisto dei combustibili, da parte dei paesi industrializzati, aveva causato l’inevitabile aumento dei prezzi. 

Dallo scorso febbraio, inoltre, al quadro già problematico si è aggiunta la crisi del gas causata dallo scoppio del conflitto russo-ucraino.

La situazione attuale

L’arrivo del prossimo inverno spaventa soprattutto perché la condizione di oggi non è rosea. I contraccolpi del caro energia infatti sono già presenti. L’Istat nel comunicato del mese di luglio attesta l’inflazione per il 2022 a +6,7% per l’indice generale e a +3,3% per la componente di fondo. Solo a Roma sono 1800 le attività già chiuse o in chiusura. Ancora tanti sono quelli che entro la fine dell’anno rischiano il tracollo. 

Le associazioni di categoria sono sul piede di guerra affinché il governo potenzi le azioni di aiuto come i crediti d’imposta e la riforma della fiscalità energetica. In ambito europeo il dibattito è ancora acceso su riforme importanti. Si tratta di iniziative il cui valore supera addirittura la questione del caro energia. Obiettivi come il tetto al prezzo del gas per tutti i fornitori e l’Energy Recovery Fund, ad esempio, segnerebbero un generale rafforzamento dell’Unione in ambito geopolitico.

Altro argomento di discussione in sede europea è la necessità di separare il prezzo dell’energia elettrica da quello del gas. Anche in questo caso non si è ancora approdati a un risultato. Tutto ciò nonostante il governo italiano ponga la questione già dallo scorso gennaio. Commercianti e imprenditori nel frattempo possono pianificare misure finalizzate ad affrontare il caro energia riportando meno danni possibili. 

Misure a breve termine per commercianti.

Fra le misure suggerite dal governo vi è quella del risparmio energetico dove questo è possibile.

Soprattutto i negozi possono:

  • Tenere insegne e vetrine accese soltanto fino all’orario di chiusura del negozio e non oltre.

 

  • Ridurre la dispersione di calore all’interno della loro struttura utilizzando la soluzione della “lama d’aria”. Bisogna cioè installare sulla parete della porta di ingresso un dispositivo, simile ad un condizionatore. Quest’ultimo crea uno scorrimento d’aria a temperatura ambiente tale da formare una barriera che riduce al massimo lo scambio termico tra esterno e interno.

 

  •  Si può limitare l’apertura del negozio in quei giorni e orari nei quali si registra un numero significativo di visite. Questa iniziativa può prenderla il singolo dove è possibile. In alternativa l’esercente può cercare un accordo con le amministrazioni locali tramite le associazioni di categoria.

 

Soluzioni a breve e lungo termine per negozi e imprese

Negozi e imprese possono inoltre

  • Effettuare investimenti per installare porte, finestre e vetrine a taglio termico.
  • Installare luci che garantiscono il massimo risparmio energetico.
  • Investire sull’efficientamento dell’impianto di riscaldamento con caldaie e apparecchiature di ultima generazione.
  • Valutare un investimento su fotovoltaico e solare termico che garantirebbe uno svincolo definitivo, parziale o totale, dai prezzi dei combustibili fossili.

Ricordiamo in merito a ciò che è ancora possibile per commercianti e imprese beneficiare dei vantaggi dell’ecobonus 2022. Quest’ultimo garantisce una detrazione del 65% fino a un tetto massimo di 60.000 euro. È importante però che la spesa sia stata sostenuta entro il 31 dicembre 2022.

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